Libero

Libero è un quotidiano italiano fondato nel 2000 da Vittorio Feltri, noto giornalista e scrittore, che ha scelto come sede la città di Milano. Il primo numero è uscito il 18 luglio dello stesso anno ed è stato disegnato dal grafico Franco Bevilacqua. Il quotidiano si colloca nell’area del centro-destra e si presenta come una voce fuori dal coro rispetto ai partiti politici italiani, a favore di una visione nettamente liberale e liberista, antitassaiola e antisprechi pubblici, ma diffidente degli eccessi partitici e della magistratura.

 

Il quotidiano Libero è di proprietà dell’imprenditore della sanità, immobiliarista e politico Antonio Angelucci, che ne ha assunto il controllo nel 2017. La redazione del giornale è composta da venti giornalisti professionisti e altrettanti praticanti, che lavorano in stretta collaborazione con il direttore Alessandro Sallusti e il vicedirettore Renato Farina.

La linea editoriale del quotidiano si caratterizza per l’affermazione dei valori tradizionali e conservatori, per la difesa della famiglia e della proprietà privata, e per l’impegno a favore della libera impresa e dell’economia di mercato. Inoltre, il giornale è spesso critico nei confronti delle politiche dell’Unione europea, che vengono considerate troppo burocratiche e lontane dalle esigenze dei cittadini.

Libero è stato protagonista di numerose polemiche, anche a causa del suo tono spesso provocatorio e controverso. Ad esempio, il quotidiano ha ricevuto diverse critiche per la sua copertura dei temi legati all’immigrazione e alla sicurezza, considerata spesso demagogica e razzista. Inoltre, Libero è stato spesso oggetto di denunce da parte di esponenti politici e associazioni per le sue posizioni e le sue esternazioni.

Nonostante le polemiche, Libero resta uno dei giornali più letti in Italia, soprattutto tra i sostenitori della destra politica. Grazie alla sua presenza online e alla sua attenzione ai social network, il quotidiano è riuscito a mantenere una forte presenza sul territorio nazionale e a raggiungere un pubblico sempre più vasto.

La Repubblica

Il quotidiano “La Repubblica” rappresenta uno dei principali pilastri del giornalismo italiano, con una storia che risale al 1976, anno della sua fondazione. L’iniziativa di creare questo giornale fu del giornalista Eugenio Scalfari, già direttore del settimanale L’Espresso, che decise di creare una testata quotidiana con l’obiettivo di fornire una voce autorevole e indipendente al panorama dell’informazione italiana.

Il nome “La Repubblica” venne scelto in omaggio al piccolo giornale portoghese che nel 1974 aveva dato voce alla “rivoluzione dei garofani”. Scalfari chiamò con sé alcuni colleghi fidati, tra cui Gianni Rocca, caporedattore centrale, Amedeo Massari, direttore amministrativo, Giorgio Bocca, Sandro Viola, Mario Pirani, Rosellina Balbi, Miriam Mafai, Barbara Spinelli, Natalia Aspesi, Corrado Augias, Enzo Golino, Edgardo Bartoli, Fausto De Luca, Paolo Filo della Torre, Enzo Forcella, Orazio Gavioli, e Giuseppe Turani.

Il gruppo iniziale doveva includere anche Andrea Barbato come vicedirettore, ma il giornalista lasciò alla vigilia del primo numero, essendo stato chiamato alla direzione del TG2 post-riforma. Le vignette satiriche furono affidate alla matita di Giorgio Forattini. La redazione occupò appena quattro stanze, in via Po 12 a Roma, sede anche dell’Espresso.

L’atto di costituzione della società editrice venne firmato nella villa Bocca Trezza di Giorgio Mondadori, detta “Mille e una rosa”, a Sommacampagna (VR) un sabato del luglio 1975. Da quel momento in poi, “La Repubblica” ha rappresentato una voce autorevole e indipendente all’interno del panorama dell’informazione italiana, con un’attenzione particolare ai temi politici e sociali.

Negli anni, il giornale ha ospitato firme importanti del giornalismo italiano, come Indro Montanelli, Giuseppe Turani, Vittorio Zucconi, Peter Gomez, Marco Travaglio e molte altre. “La Repubblica” ha sempre rappresentato una testata impegnata nella difesa della libertà di stampa e nella tutela dei diritti civili e politici.

Oggi, “La Repubblica” rappresenta uno dei principali giornali italiani, con una vasta diffusione su scala nazionale e internazionale. Il suo sito web è uno dei più visitati in Italia, con una grande attenzione alla pubblicazione di notizie in tempo reale e all’approfondimento dei temi più importanti del momento.

In conclusione, la storia di “La Repubblica” rappresenta un esempio importante di giornalismo indipendente e di impegno civile e sociale. Grazie al lavoro di Eugenio Scalfari e dei suoi collaboratori, questo giornale è diventato un punto di riferimento per chi cerca informazioni affidabili e di qualità.

Corriere della Sera

La sede attuale in via Solferino a Milano

 il Corriere della Sera è nato nel febbraio del 1876 grazie all’idea di Eugenio Torelli Viollier, direttore del giornale La Lombardia, e di Riccardo Pavesi, editore dello stesso giornale, che decisero di fondare un nuovo quotidiano. Il primo numero del Corriere della Sera venne annunciato dagli strilloni in piazza della Scala alle 21 di domenica 5 marzo 1876, con la doppia data del 5-6 marzo per garantire la validità del giornale per il pomeriggio del primo giorno e la mattina del giorno seguente. La prima domenica di Quaresima fu scelta come giorno di lancio per sfruttare l’assenza di concorrenza. Tuttavia, per evitare di inimicarsi l’ambiente, il ricavato del primo numero venne devoluto in beneficenza. La prima edizione era composta da quattro pagine e furono stampate 15.000 copie.

La sede del giornale fu stabilita in un luogo prestigioso, la Galleria Vittorio Emanuele, dove vennero utilizzate due stanze per la redazione composta da tre redattori e quattro operai. I tre collaboratori di Torelli Viollier erano Raffaello Barbiera, Giacomo Raimondi ed Ettore Teodori Buini, tutti suoi amici. Teodori Buini fu nominato caporedattore e portò al giornale anche sua moglie, Vittoria Bonaccina, che si occupava di traduzioni. Maria Antonietta Torriani, scrittrice di romanzi d’appendice con lo pseudonimo di “marchesa Colombi”, la moglie di Torelli, collaborò anche lei con il giornale. Vincenzo Labanca si offrì di collaborare gratuitamente per le corrispondenze da Roma, mentre per le notizie dall’estero il Corriere aveva accordi con l’Agenzia Stefani e la francese Havas.

Titta Torelli, fratello di Eugenio, ricopriva il ruolo di amministratore del giornale. La stampa del giornale veniva effettuata da una tipografia esterna che aveva uno stanzone nei sotterranei della Galleria Vittorio Emanuele.


 

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