Il Messaggero

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Il Messaggero, fondato nel 1878, è un storico quotidiano nazionale con sede a Roma, di proprietà della Caltagirone Editore. È l’ottavo quotidiano italiano per diffusione e il più venduto nella capitale. La sua storica sede si trova in via del Tritone 152, in un edificio risalente all’inizio del Novecento.

La fondazione

Il quotidiano fu fondato a Roma l’8 dicembre 1878 da Luigi Cesana, un milanese di soli ventisette anni, e Baldassarre Avanzini, originario di La Spezia e già fondatore de Il Fanfulla a Firenze. Tra il 16 e il 19 dicembre furono stampati quattro numeri di prova, pubblicati come inserti de Il Fanfulla, un quotidiano che si stampava a Roma dal 1871 e di cui uno dei proprietari era il padre di Cesana. Le pubblicazioni regolari iniziarono il 1º gennaio 1879 con una tiratura di 20.000 copie, al prezzo di 5 centesimi, come era consueto all’epoca per i giornali di quattro pagine.

La testata assunse il nome di “Messaggiero” (dal 5 febbraio abbandonò la “i”). Il primo direttore fu Fedele Albanese, sostituito nell’aprile successivo dal giornalista e fumettista Luigi Arnaldo Vassallo (noto come Gandolin). Il nuovo quotidiano si distinse per il suo formato ridotto e si basava principalmente su notizie tratte da altri giornali. Non aveva una coloritura politica definita, ma si concentrava principalmente sulla cronaca, soprattutto sugli eventi che accadevano nella capitale.

Vassallo diede grande risalto al processo Fadda, che coinvolse ambienti dell’alta società romana. Attraverso i suoi resoconti, il giornale mise in ridicolo i personaggi più influenti della nobiltà capitolina. Grazie alla notorietà acquisita nei primi due anni di vita, Il Messaggero raggiunse una tiratura di 35.000 copie.

Nel 1880, il co-fondatore Luigi Cesana assunse personalmente la direzione del quotidiano. Grazie al successo di vendita, nel 1888 Cesana rinnovò completamente la produzione del giornale, introducendo per primo in Italia la stereotipia. Fu potenziata anche la distribuzione: Il Messaggero usciva in due edizioni. Nel 1890, il quotidiano romano vendeva 45.000 copie, posizionandosi al secondo posto per diffusione e importanza in tutta l’Italia centrale, subito dopo La Tribuna. Inizialmente, la linea politica del giornale nei confronti di Giovanni Giolitti fu di sostegno, per poi trasformarsi in un atteggiamento di contrasto.

 

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